lunedì 7 settembre 2009

Il Parco Naturale dei Monti Aurunci, uno scrigno di natura a due passi dal mare più bello del Lazio

Un ambiente ricco e complesso
Situati ai confini con la Campania, fra le province di Latina e Frosinone, i Monti Aurunci sono un gruppo montuoso appartenente alla catena dell'Anti-Appennino meridionale laziale, che comprende anche i Monti Lepini ed Ausoni. L'ambiente non si differenzia in modo sostanziale da quello del resto della catena, presentandosi fortemente carsificato, con inghiottitoi, grotte, doline, campi solcati. Il paesaggio invece mostra una morfologia molto più aspra e accidentata (che vede la presenza di pareti rocciose, talvolta spettacolari, come quelle del Redentore e del Fàmmera) e si contraddistingue per la notevole vicinanza al mare; i Monti Aurunci, infatti, incombono con selvaggi valloni sul litorale di Formia, Scauri e Gaeta, mentre verso Sperlonga, assieme ai contigui Ausoni si gettano, con una lunga propaggine collinare, in un mare cristallino e multicolore con scogliere stupende e piccoli promontori. Anche dal punto di vista vegetazionale il paesaggio degli Aurunci si presenta variegato, con caratteristiche quasi opposte sui due versanti del gruppo: brullo e cespuglioso sul versante marittimo, fresco e boscoso nelle aree più interne e in buona parte del versante ciociaro (in particolare fra il Trina e il Rèvole, fra il Petrella e il Fàmmera, e nella zona del Monte Faggeto). Querceti e faggete, anche d'alto fusto, spiccano nella flora degli Aurunci, celebre per la straordinaria ricchezza botanica, che annovera innumerevoli esemplari di orchidee ed altre specie floreali rare (fra cui l'Orphys Promontorii e l'Ophrys Lacaitae che fioriscono rispettivamente a maggio e giugno). Meno varia la fauna relativa ai mammiferi, decimata dalla caccia e dal bracconaggio, fenomeni non del tutto sopiti nemmeno dopo l'istituzione del Parco Regionale dei Monti Aurunci, avvenuta nel 1997; abbondano però i rapaci, fra cui segnaliamo il biancone e il falco pellegrino.
Uomo e natura nei secoli, fra tradizioni e prodotti tipici
Gli Aurunci sono montagne selvagge e solitarie, in cui l'uomo spesso pare non essersi mai insediato. E invece, i numerosi ruderi di masserie, stazzi, casolari e cisterne, i terrazzamenti ben curati in collina e abbandonati a monte rammentano di una civilizzazione risalente ad epoche arcaiche, poi al periodo romano e infine al Medioevo, che vide la nascita dei borghi fortificati, conventi e eremi, come quello di San Michele sul Monte Redentore, tutt'oggi venerato e raggiunto da una pittoresca processione da Maranola, sopra Formia. Gli Aurunci, del resto, come altre aree del Lazio meridionale, custodiscono tradizioni e racconti popolari di grande fascino, che lasciano trapelare un antico e profondo legame col territorio: suggestiva, ad esempio, è la leggenda della Fossa Juanna, profonda dolina ove si radunerebbero le streghe aurunche. Questo retaggio si rivela oggi nelle tradizionali attività di pastorizia, ancora praticate sugli altopiani di Esperia (ove è da rilevare pure l'allevamento di una razza equina autoctona, il "cavallino d'Esperia", appunto). Uno dei prodotti tipici più noti degli Aurunci è del resto la marzolina, un formaggio primaverile di latte caprino, mentre dal punto di vista strettamente agricolo mantiene grande importanza la coltura dell'olivo, in particolare per la produzione di olive da tavola (le cosiddette "olive nere di Gaeta", prodotte in realtà per lo più intorno ad Itri). Numerosi i paesi, tutti di vetusta origine, ma raramente conservatisi integri: fanno eccezione Esperia, affascinante borgo arroccato e dominato dalle rovine della medievale Rocca Guglielma, Ausonia, compatto amalgama di grigie case anch'esse culminanti in una fortezza, e Campodimele, noto come il "paese della longevità" per i suoi abitanti ultracentenari. Ai piedi del massiccio è infine Gaeta, città portuale dal fascino mediterraneo, fra le più interessanti del Lazio meridionale.
Sentieri da non perdere
Già da anni frequentati dai botanici e dagli speleologi, i Monti Aurunci sono negli ultimi tempi (grazie all'istituzione del parco) sempre più apprezzati dagli escursionisti per la bellezza straordinaria dei loro sentieri. In primis la classica salita alla Grotta-Eremo di San Michele e alla cima del Monte Redentore con la sua statua ed il suo vastissimo panorama, comprendente la costa dal Vesuvio al Circeo. Altre splendide scalate raggiungono i monti Revole, Ruazzo e Fammera, mentre i verdi altopiani sono mete perfette per piacevoli e rilassanti passeggiate. Insomma, un territorio che offre infinite possibilità di plein air, ma ancora poco conosciuto. Che peccato non approfittarne!
APPUNTI DI VIAGGIO
Come arrivare:
SS Pontina e SS Flacca, poi indicazioni per il Parco Regionale dei Monti Aurunci.
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